domenica 18 luglio 2010

PRE ! PRE ! PRE ! PRE ! PRE !



“Sbrighiamoci. Siamo in ritardo: la gara è già cominciata”

“E' lui?”, chiese Bill mentre si accomodava sul gradone.
“Si”
“Ma come? Va in testa a tirare già dal primo giro?”
“Fa sempre così”
“Un modo dissennato di correre, Charlie”
“Lo so, ma non c'è niente da fare”
“Se vuole fare il salto di qualità dovrà imparare a gestire le forze in modo più intelligente”
“Non credo che riuscirai a convincerlo, Bill. Tu sei un grande allenatore, ma quello è una testa matta”
“Vedremo. Se vuole correre nella squadra della Oregon University, dovrà fare a modo mio”
I due rimasero in silenzio per qualche minuto ad osservare la gara.
Il ragazzo che correva in testa era di statura media, biondo, con una voluminosa frangia che gli ricadeva sulla fronte.
Aveva un modo un po' caracollante di procedere, ma spingeva come un forsennato.
Eccolo all'ultimo giro: senti la folla come grida, Bill?”
““Lo adSi, ma che urlano? Non li capisco, con questo boato”
“Gridano: 'Pre! Pre!' Lo chiamano così”
“Ma che fa? Accelera ancora? Ha un vantaggio di venti metri sul secondo”
“Non credo che gli interessi molto, il vantaggio che ha”
“Eccolo all'ultima curva: ora vediamo se scoppia”, disse Bill con un sorrisetto.
“Non ci sperare: non è mai successo”
Bill si girò per un secondo verso gli spalti zeppi di folla, per poi tornare a guardare la gara: “Ma senti come lo inneggia il pubblico” - disse, indicando col pollice dietro di sé - “non mi era mai capitato di assistere a un entusiasmo simile, per un mezzofondista”
Lo adorano in tutto l'Oregon: soprattutto se corre e vince come ha appena fatto ora”
“Già, devo ammettere che è stato bravo: sul rettilineo finale mi sarei proprio aspettato che si ammosciasse, e invece ha accelerato e guadagnato metri sugli inseguitori”
“Te l'ho detto: è un fenomeno”
“Non esageriamo. Vediamo il tempo: sul mio cronometro risulta che ha chiuso in otto e quarantuno
“Si, 8'41”5, per l'esattezza”
“Non male: credo che sia il record nazionale di categoria, sulle due miglia. Il precedente era di Rick Riley: 8'48”4, mi pare”
“Si, e resisteva dal '66. Lo ha frantumato: quasi sette secondi”
“I record sono fatti per essere superati”
“Bill, capisco che vuoi buttare acqua sul fuoco, ma te l'assicuro: questo qui è il miglior corridore che sia nato nell'Oregon negli ultimi vent'anni”
“Vedremo. Intanto andiamo a salutarlo, dai. Presentamelo”
“OK. Seguimi”
Charlie e Bill andarono verso il traguardo, dove una piccola folla stava circondando il vincitore, e si fecero strada verso di lui.
Charlie esordì dandogli una pacca sulla spalla: “Ehi, Steve, congratulazioni: un trionfo”
“Grazie, Charlie. E' stata dura, però”
“Per te è sempre dura: non ti risparmi mai. Ti voglio presentare una persona importante, Steve: Bill Bowerman, il coach di atletica della Oregon University”
“Piacere, Mr. Bowerman. E' un piacere per me fare la sua conosenza. Ho sentito molto parlare di lei: è il miglior allenatore in circolazione”
Bill sollevò appena le labbra da un lato, in quello che doveva somigliare a un sorriso: “Beh, ragazzo, ti devo fare i miei complimenti: da tempo non vedevo un atleta correre così forte”
“Grazie. Volevo vincere battendo il record, e ci sono riuscito”
“Si, però hai rischiato: sei partito fortissimo già dal primo giro, ma se ti fosse finito il carburante, negli ultimi quattrocento metri, sarebbero stati dolori”
Steve divenne serio:, e rispose puntando fissi i propri occhi celesti in quelli di Bill: “A me piace correre così, Mr. Bowerman: senza calcoli, tirando al massimo dall'inizio alla fine, e dando sempre tutto”
“Quanti anni hai, Steve?” , chiese Bill.
“Diciotto appena compiuti”
“Capisco il tuo entusiasmo: è l'età. Ma ti assicuro che a livello senior è impossibile vincere senza dosare le energie”
“Non credo che dipenda dalla mia età, Mr. Bowerman. Io...ho una convinzione”
“E quale sarebbe?”
Steve fece un respiro profondo, poi proseguì: “Io credo che correre sia un'arte. Credo che ogni volta che si partecipi a una gara si debba sputare il fegato, soffrire, e creare qualcosa di speciale. Credo che il pubblico debba uscire dallo stadio ricordandosi di quella gara e di chi l'ha vinta. Voglio che qualsiasi mio avversario sappia che per battermi dovrà dare tutto, e non potrà aspettarsi di correre al risparmio con me”
Bill Bowerman rimase in silenzio per qualche secondo, riflettendo sulle parole appena pronunciate da quel ragazzo poco più che adolescente.
Poi, gli chiese: “Vuoi venire a correre nella mia squadra, all'Università dell'Oregon? Ci sono molti atleti forti, e tu saresti il benvenuto. Stiamo preparando le Olimpiadi di Monaco '72”
“Per me sarebbe un grande onore, Mr. Bowerman”
“Allora siamo d'accordo. Da domani, ti aspetto al campo per gli allenamenti, Steve. Ciao”

5 commenti:

  1. Sono d'accordo la corsa è un arte e questo riguarda anche e sopratutto gli allenamenti che non devono essere troppo rigidi e codificati. Comunque un minimo di tatticismo, senza esagerare, quando si gareggia non guasta

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  2. bellissimo. Bellissimo e grandioso pensando che si tratta solo 2 gambe e una testa. E che testa..
    La corsa è minimale: tutti noi non abbiamo - sulla carta - niente in meno del Pre. Domattina andrò a correre...

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  3. Che bel ricordo hai messo in pista :)
    Il PRE era davvero un grande atleta, vorrei correre un 1.500 come lui, con quel coraggio e con quegli azzardi ...che temperamento!

    Magari mer ci provo, ma bisogna essere pronti ad un eventuale ritiro per correre da front runner!

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  4. la prossima 42 provo a partire davanti ai keniani.. vieni con me?

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  5. E' morto prematuramente,ma così facendo è diventato mito.

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