Forse, e ripeto forse, questa volta potrebbe essere davvero la volta buona, infatti il primo lunghissimo da 30 km, è andato per fortuna bene.
Lo scenario è quello del parco regionale della mandria di torino, terreno in buona parte sterrato anche se ben battuto, con diversi cambi di pendenza significativi.
I protagonisti sono 6, oltre a me e Stopprina, ci sono Enrico, Daniela, Cristina e Vitaliano, alla fine però ognuno, come credo sia giusto, correrà per la maggior parte del tempo da solo, al proprio ritmo e senza lepre, lavorando meglio sulla tenuta mentale oltre che sulla resistenza fisica, o viceversa.
Come primo lungo, ho trovato molto positivo correre con un sistema variato, iniziando con 3 km di riscaldamento a 5.20(inclusi nei 30), seguiti da 5 km al teorico ritmo maratona(che non conoscevo, e ora forse..) intorno ai 4.35, seguiti da altri 3 a ritmo lento che tenevo comunque di poco sotto i 5', e quindi da altri km a ritmo maratona di 4, 3, 2, e 1 km.
Mi sono fermato a bere 2 volte alla fontanelle senza fermare il cronometro, e prendendo 2 gel, il primo al 14° km e il secondo al 23°.
Sensazioni ottime dal 10° km al 20°, dove mi sono perfino dovuto frenare leggermente per paura di non finire i trenta(conoscendo i miei precedenti degli scorsi anni), tenendo bene fino al 25°, e faticando un po' di più fino alla fine dell'allenamento, dove però ho chiuso l'ultimo km a 4.43.
Ho chiuso ad una media di 4.49/km, sicuramente stanchino, ma non sdraiato, e potendo continuare anche se con sicura scadenza del ritmo, ancora per qualche altro km, quindi sono soddisfatto per la media e le condizioni fisiche generali.
Se consideriamo che correre su terreno naturale e nervoso, riduce leggermente la velocità media, va ancora meglio!
E' stato un bel viaggio e come sempre, ripensare alle sensazioni provate è quasi romantico, una lotta fisica e mentale, un susseguirsi di molti pensieri più che emozioni che nelle lunghe distanze sono innumerevoli, alcuni positivi, altri tentatori da spostare subito nel cestino, eliminati dall'antivirus naturale che ogni buon fondista deve installare al fine di non rovinare il "programma", entrando nella classica e bellissima sensazione della trans agonistica.
Devo ricordarmi della fortuna che ho nel poter fare una cosa del genere, indipendentemente dall'obiettivo agonistico prefissatomi, è il viaggio che conta, il tempo prima o poi lo si farà, ma se ci perdiamo le esperienze vissute durante la strada percorsa, arrivare alla metà senza averci capito nulla, sarà stato vano perchè non saremo cresciuti, neanche con un nuovo personale...
In fondo la vita è una maratona, a volte un'ultra, non di certo una 10 km, la si odia, la si ama, la si rinnega, ci si torna, ma in fondo ciò che conta è dosare l'energia per correrla tutta nel miglior modo possibile e senza farsi troppo male, se si esagerà si pagherà il conto, se ci arriva impreparati si pagherà il conto, se si usano "scorciatoie" si pagherà il conto e purtroppo, anche se si è sfigati, si pagherà il conto.
Ora non voglio certo dire che chi non corre una maratona non possa capire la vita, ma al contrario però, chi la corre, se riesce a coglierne la filosofia, può capire meglio altro.
Forse un giorno capirò anch'io....